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Municipio IV: bagarre in aula contro la chiusura dei nidi e i licenziamenti delle operatrici

Le opposizioni presentano una mozione che viene bocciata dalla maggioranza. La presidente Della Casa a RomaToday: "Abbiamo dimostrato di avere interesse a trovare una soluzione per salvaguardare i posti di lavoro"

Operatori e genitori si sono recati in Municipio, ancora una volta, per portare avanti la loro “lotta” perché dalla fine del mese di dicembre dello scorso anno sulla testa delle famiglie e dei lavoratori pesa una spada di Damocle. Una lettera di sfratto recapitata ai quattro asili nido convenzionati del Tiburtino ha gettato nello sconforto mamme e educatrici. A quella lettera ha fatto seguito una delibera della giunta finalizzata a “riconvertire” le strutture e una mozione della maggioranza che chiedeva di “salvare due dei quattro nidi”. Era il mese di gennaio, da quel momento sono state tante le occasioni in cui i gruppi dell’opposizione, i lavoratori e le famiglie hanno manifestato il proprio dissenso rispetto alla decisione del Movimento Cinque Stelle di chiudere battenti. Intanto, mentre la disperazione delle famiglie ha continuato ad aumentare, due strutture su quattro sono state trasferite al Dipartimento Scuola: la delibera di giunta capitolina ha messo in salvo “La farfalla” e “Casa giardino”, conservando la destinazione delle strutture ma non le società che ci lavorano. (QUI TUTTA LA STORIA)

La maggioranza boccia la mozione delle opposizioni che "avrebbe riaperto la partita sui nidi"

Nella mattina di mercoledì, le opposizioni hanno presentato una mozione per chiedere la revoca della delibera dello scorso mese di gennaio, una nuova delibera per stabilire la necessità del mantenimento delle strutture e un bando di concessione (dal Campidoglio) per consentire una proroga tecnica. La maggioranza ha bocciato la mozione. Il testo, presentato da tutte le opposizioni è stato scritto dai consiglieri Leobruni e Santoro. Li abbiamo raggiunti al telefono e abbiamo raccolto la loro delusione. 

"Questo tentativo è stata l'ultima spiaggia"

“Il tentativo avvenuto nella mattina di mercoledì è stata un po' l’ultima spiaggia – ha commentato Annarita Leobruni – durante la commissione capitolina di martedì è stata posta l’attenzione sulla delibera orientata alla chiusura dei nidi, una nuova delibera avrebbe riaperto la partita questo abbiamo presentato il documento in consiglio che è stato poi bocciato dalla maggioranza”. Leobruni ha proseguito: “I genitori stessi si sono schierati al fianco dei lavoratori, la chiusura del M5S è stata uno strappo troppo forte con la cittadinanza, ci dispiace anche per la maggioranza, chiaramente in crisi perché alcuni consiglieri pentastellati lo fanno con il cuore ma evidentemente non hanno il coraggio di andare contro la loro presidente che ha letteralmente presidiato il consiglio, commissariando di fatto i ruoli di capogruppo e presidente del consiglio”. 

"Una decisione che renderà ancora più tangibile la frattura tra il M5S e i cittadini"

“Un’opportunità per il M5S di riappacificarsi con il territorio – ha commentato Roberto Santoro da poco scisso dal gruppo FdI e capogruppo del gruppo Misto - il rammarico è che tante persone perderanno il posto di lavoro e – con sarcasmo ha aggiunto – sicuramente prenderanno il reddito di cittadinanza”. Ha aggiunto: “Sarà difficile trovare un posto di lavoro per queste donne, auguro alla presidente che vada tutto bene a settembre, considerata l’enorme responsabilità che si è assunta con queste chiusure e tenendo presente che ci sono sul nostro territorio strutture scolastiche pubbliche che hanno gravi carenze strutturali”. Santoro ha concluso: “Credo che il M5S non sia questo, la decisione di oggi provocherà ancora più dissenso tra la cittadinanza”. 

Il commento dei genitori: "Il lato umano è venuto meno"

Tanta l'amarezza dei genitori che vedono "interrotta così la continuità educativa dei propri figli" e che hanno trovato nelle educatrici "persone squisite". “Non c’è la volontà di salvare i lavoratori” ha commentato Alessandra, la mamma di un bambino che frequenta uno dei quattro nidi – L’impressione che se ne ricava da tutta questa storia è che tutti si sono ritrovati a gestire una decisione che non piace a nessuno, non fa comodo a nessuno in barba alla continuità educativa e il lato umano è venuto meno”. Ha aggiunto: “Ciò che ferisce di più è che non è mai stata proferita una parola di solidarietà nei confronti delle educatrici che perderanno il lavoro”. Ad Alessandra ha fatto eco Rossana “Dopo un anno di asilo nido devo vedere interrotto il percorso educativo di mio figlio perché il Municipio non ha previsto la condizione dei bambini che sono stati sbattuti fuori dalla struttura – ha raccontato – lo scorso anno ho preferito pagare 400 euro al mese, pur non navigando nell’oro, per accompagnare mia figlia al nido “La farfalla” perché le educatrici sono incredibili”. 

Della Casa: "Abbiamo dimostrato di avere interesse a trovare una soluzione"

“Al di là di quello che succede in aula – ha spiegato Roberta Della Casa, presidente del Municipio Roma IV - abbiamo parlato con le persone intervenute questa mattina, abbiamo anticipato di qualche giorno un appuntamento che avevamo già preso con altre sigle sindacali e abbiamo dimostrato di avere interesse a trovare una soluzione per salvaguardare i posti di lavoro”. Sulla bocciatura del documento da parte del gruppo di maggioranza, Della Casa ha precisato: “Il documento era inammissibile perché non parlava delle quattro strutture in senso lato ma parlava di quattro nomi legati alla ragione sociale e quella non è possibile ricondurla alla norma allo stato dei fatti, c’è anche l’ordinanza di un Tar, e quindi su quella non si può intervenire e comunque la competenza di eventuali bandi di assegnazione del servizio o di gestione diretta competono a Roma Capitale, anche noi saremo incalzanti affinché si garantisca l’apertura delle due strutture approvate nella precedente mozione”. 

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