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Settecamini Viale del Tecnopolo

Scaricano mobili alla "casa dello studente" e a Settecamini è psicosi centro di accoglienza

L'associazione Settecamini Quartiere di Roma ha indetto un'assemblea pubblica per la mattina di sabato 11 febbraio. Intanto nessuna notizia certa sulla destinazione dello stabile

Le prime voci sono iniziate a circolare nei giorni scorsi quando in via Tiburtina all’angolo con via del Tecnopolo alcuni residenti hanno notato lo scarico di elettrodomestici e mobili da alcuni furgoni parcheggiati dinanzi la casa dello studente. La struttura è sempre stata vuota e qui nel quartiere Settecamini ha da sempre costituito un “nervo scoperto” proprio perché mai utilizzata. Il timore che in queste ore si sta diffondendo tra i residenti è che lo stabile venga adibito a centro di accoglienza per immigrati.

Senza nessuna certezza e in assenza di voci ufficiali, i residenti del quartiere insieme ad altre associazioni di zona, hanno iniziato già dalla mattina di mercoledì 8 febbraio a manifestare il proprio dissenso. Non solo. Qualora le voci “di corridoio” si rivelassero vere, sarebbero pronti ad opporsi. “Vogliamo conoscere la verità, vogliamo che le istituzioni municipali e comunali ci dicano quello che sta succedendo, noi cittadini rimaniamo in mobilitazione finché non verrà fatta chiarezza” – ha commentato Fabrizio Montanini, portavoce del coordinamento spontaneo di comitati e associazioni che nella mattina di giovedì si è riunito dinanzi i cancelli della struttura.

Da giorni i residenti di Settecamini hanno iniziato a “sospettare” che la destinazione della struttura fosse un centro di accoglienza perché hanno notato movimenti “strani”. Oltre l’arrivo degli arredi anche l’aumento della vigilanza. “Non abbiamo notizie certe – hanno spiegato dall’associazione Settecamini Quartiere di Roma - speriamo che le istituzioni ce le diano a breve, senza polemiche, senza colori partitici, non ci interessa conoscere l’etnìa degli ospiti, non sono loro il “problema” ma un quartiere già privo di servizi e al collasso”. I residenti puntano il dito anche sulla vicinanza di altre realtà come la baraccopoli di via di Salone e l’occupazione di strutture sulla via Tiburtina. Intanto l’associazione ha indetto già un’assemblea pubblica per la mattina di sabato 11 febbraio presso il parcheggio di fronte la casa dello studente: “Ci auguriamo che prima di questa data venga fatta chiarezza”.

Sui movimenti "strani" all'interno e all'esterno della struttura si sono espressi anche Fabrizio Ghera e Gianni Ottaviano, rispettivamente capigruppo Fdi-An in Campidoglio e in Municipio Roma IV: "Non vorremmo che tutto questo ‘movimento’ prefigurasse un’assegnazione dei 600 appartamenti, oggi vuoti, agli immigrati, come del resto già avvenuto in questi mesi anche in altri quartieri". Hanno aggiunto: "Prefetto e sindaco che dicono in merito? Invieremo pertanto una lettera sia alla Prefettura che all’Amministrazione Capitolina chiedendo di fare chiarezza su quanto sta accadendo per gli alloggi di via Tiburtina, i cittadini residenti hanno il diritto di sapere la verità".

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