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VIDEO | Fuori dalla ex Penicillina, parlano gli sgomberati: "Dormiremo in strada"

Le voci di alcuni degli occupanti sgomberati stamattina, lunedì 10 dicembre, dalla ex fabbrica della Penicillina di via Tiburtina

Hanno messo insieme le loro poche cose. Zaino in spalla, valigia, e via. Fuori dal ghetto di via Tiburtina che, malgrado le condizioni al limite della sopravvivenza, per loro è stata una casa. Ora si ritrovano in mezzo ad una strada, e sono centinaia. Mattinata di passione in via Tiburtina per lo sgombero, annunciato, della ex Penicillina. Decine di camionette delle Forze dell’ordine, l’arrivo del ministro dell’interno Matteo Salvini, decine di persone sgomberate rimaste sul marciapiede, di fronte al ghetto ormai vuoto.

Erano rimasti in 40, molti di loro si sono allontanati già nei giorni giorni scorsi. Una ventina quelli portati in Questura, 35 quelli che durante l’ultima settimana hanno accettato un posto nelle strutture d’accoglienza di Roma Capitale. Ma tutti gli altri? Dispersi. Probabilmente nelle strutture abbandonate e in disuso della zona. “Andiamo a prendere le nostre cose e ci accampiamo qui in strada - dice un giovane migrante dalla Guinea che nella ex penicillina ha vissuto per quasi due anni -, non ci hanno dato alternative, buttati per strada così”.

Tra loro c’è anche Franco, un italiano che nella fabbrica abbandonata alla porte di san Basilio aveva trovato riparo 9 anni fa: “Metterò una tenda qui davanti - spiega - vediamo se così gli sta bene”. “Quale beneficio per gli abitanti delle periferie? Quale sviluppo per la città? - si chiedono i sindacalisti di Asia Usb, attraverso un comunicato, in presidio stamattina insieme agli attivisti di Potere al Popolo -. Il timore è che lo sgombero sia stato utile unicamente ad aprire le danze al consueto teatrino di sciacalli e speculatori, ovvero di coloro che mirano ad alimentare la guerra tra poveri, tra migranti disperati e italiani precari e disoccupati”.

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