Sono tornati di nuovo in via Tiburtina, dinanzi alla fabbrica ex penicillina Leo, così come avevano fatto già lo scorso mese di giugno. Megafoni e striscioni, i militanti di Potere al Popolo hanno organizzato un presidio di alcune ore per manifestare il proprio dissenso rispetto alla gestione della struttura occupata. La richiesta degli attivisti è ancora una volta quella di bonificare l’area e riconvertirla in case popolari. E non mancano di puntare il dito contro le amministrazioni: “E’ una bomba ecologica e sociale, la colpa è della proprietà e delle istituzioni”. All’interno della struttura occupata vivono diverse centinaia di persone che, dopo lo sgombero di via Costi, potrebbero essere le prossime della lista. Per gli occupanti, intanto, sono state avviate le procedure amministrative per il censimento presso gli uffici municipali del Tiburtino. Negli ultimi giorni anche un appello da varie realtà associative per scongiurare lo sgombero che “avrebbe conseguenze gravi”. (qui la richiesta). 

“Da molti anni ormai l'ex fabbrica è stata abbandonata e con essa i rifiuti tossici al suo interno. La Tiburtina Valley è complessivamente l'esempio di un'area della città dimenticata. Dalla chiusura delle fabbriche ai lavori di ampliamento stradale interminabili, fino alla scomparsa del progetto di prolungamento della metroB” hanno fatto sapere da Potere al Popolo. “L'ex penicillina Leo è l'emblema della politica marcia di questa città, il destino della periferia abbandonata, priva di soluzioni e programmazioni utili agli abitanti, dove l'impossibilità di speculare si traduce inevitabilmente in discarica”. Infine le richieste: “Vogliamo che l'ex fabbrica sia bonificata, requisita e convertita in 1000 case popolari. Vogliamo che alle persone, disperate, che oggi vivono in quell'inferno, venga data una sistemazione alternativa dignitosa”. Nella mattina di lunedì, uno striscione di Potere al Popolo è comparso anche dinanzi ai cancelli del Municipio IV, sottolineando la politica degli sgomberi in atto sul territorio.