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Roberta Della Casa verso la sfiducia: "Io delegata di Raggi? Comprensibile dare continuità al lavoro"

Intervista alla presidente del IV municipio: "Non mi rimprovero nulla. Spero non sia un'iniziativa legata a dinamiche personali"

Il 13 maggio sarà discussa e votata in aula la mozione di sfiducia firmata da 15 consiglieri su 15 del gruppo Movimento Cinque Stelle del Tiburtino per porre fine all’amministrazione Della Casa. La maggioranza pentastellata sfiducia la sua presidente con una mozione lunga cinque pagine, per i consiglieri Della Casa “non ha ben compreso il ruolo dell'assemblea consiliare, il ruolo delle commissioni, dei consiglieri e quello a lei attribuito con la nomina a presidente del Municipio Roma IV”, nello stesso documento anche una sfilza di “premesso” e “considerato” che pongono chiaramente su due livelli distinti Roberta Della Casa e il resto dei consiglieri.

Se il voto in aula dovesse confermare le intenzioni oggi evidenti di maggioranza e opposizione, Della Casa potrebbe uscire dalla porta ma rientrare dal portone perché, secondo fonti accreditate del Campidoglio, Raggi avrebbe deciso per la sua nomina a commissario, nonostante lo scenario del tiburtino, soprattutto in tema di numeri (per la prima volta 15/15) sia molto diverso dagli altri municipi della città già commissariati. 

A pochi giorni dal voto in aula, abbiamo raggiunto Roberta Della Casa per capire come vive la minisindaca il clima tutt’altro che sereno che da tempo si respira al tiburtino. 

Partiamo dalla mozione di sfiducia. Con questa azione, la maggioranza ha deciso, compatta che lei non sia più presidente. Se l'aspettava?

Sinceramente no. Capita anche nelle migliori famiglie di avere momenti di tensione. Nel nostro municipio un consigliere del PD non si fa mai vedere, un altro di Fratelli d’Italia è passato alla Lega. Credo che tutti i partiti abbiano le loro dinamiche ma arrivare a questa mozione mi ha colto di sorpresa, poiché non se ne era mai parlato prima. 

È trascorsa quasi una settimana dalla deposizione della mozione. In questi giorni, ha avuto modo di parlare con quella che è stata la sua maggioranza in municipio? Si sono aperti dialoghi? Trattative? 

Personalmente no, so che qualche assessore ha parlato con qualche consigliere.  Immagino che si stia riflettendo su quello che significa questo gesto. Sono ferita e di contro sono la persona a cui il colpo è rivolto, pertanto, non sono la persona più adatta a trovare una mediazione. Mi auguro che non si tratti solo della questione relativa ai fondi della cultura, poiché sarebbe superabile. È pretestuoso legare la mozione di sfiducia al bando poiché non sono stati tolti soldi all’emergenza. 

Fonti accreditate del Campidoglio, indicano lei come delegata della Raggi se il voto d'aula dovesse confermare le intenzioni della maggioranza. Ne ha parlato con la sindaca? 

Ovviamente ho sentito la sindaca ma non mi è stato detto nulla. Quello che immagino è che possa avvenire la stessa cosa avvenuta negli altri municipi e cioè che fino a nuove elezioni, i presidenti sfiduciati restano sub commissari. Credo sia comprensibile voler dare continuità ad un territorio. 

Per la prima volta un'intera maggioranza sfiducia la sua presidente. È chiaro che il suo modus operandi non è piaciuto ai consiglieri. Con il senno di poi, e alla luce degli ultimi avvenimenti, ha qualcosa da rimproverarsi? 

Credo che nessuno di noi sia esente da errori, ognuno ha il proprio carattere, non mi sento invincibile ma so di aver lavorato bene e con onestà, non mi rimprovero nulla. 

Il movimento cinque stelle del tiburtino, composto per altro da militanti di vecchia data, le chiede compatto di andare a casa. Lei hai un'esperienza politica e di militanza molto più breve che risale a pochi mesi prima delle elezioni 2016. 

Non è vero. Sono iscritta al M5s dal 2013, ho iniziato a frequentare il gruppo municipale dal 2014. Altri hanno segnato la loro iscrizione nel momento in cui sono entrati in lista, non credo di essere la più giovane del gruppo. 

La sensazione è quella che la partita si stia giocando tra Lei e il Movimento. Si sente ancora parte del Movimento che l’ha eletta? 

Assolutamente sì. Credo fermamente negli obiettivi che mi hanno spinto a iscrivermi al Movimento Cinque Stelle, in quei lavori e credo anche di averli portati avanti e lo posso dimostrate con i fatti.

Dove si vede tra un anno? Proseguirà la carriera politica o la tua esperienza si ferma con la mozione (sempre in caso di sfiducia)? 

Non mi sono autoproclamata candidato presidente nel 2016, sono stata scelta da un gruppo. Non so cosa potrebbe avvenire, quello che so è che il mio impegno non si ferma qui, anche alla caduta del municipio continuerò a lavorare per quello in cui credo. 

C'è qualcosa che non le ho chiesto e vorrebbe dire? 

Spero che questa situazione non sia nulla di personale, sarebbe la disfatta della politica se si riducesse a dinamiche interpersonali, credo che abbiamo assunto tutti noi un impegno verso i cittadini al di là del simbolo che rappresentiamo. I cittadini meritano risposte soprattutto in questo momento e spero che tutti assumano coscienza della responsabilità che hanno nei confronti dei cittadini e non verso Roberta Della Casa. 
 

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