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San Basilio San Basilio / Via Filottrano

"A San Basilio non c'è razzismo: è una guerra tra poveri"

I residenti prendono le distanze dagli episodi accaduti questa mattina nel quartiere San Basilio: "E' evidente la volontà di innescare una guerra tra poveri"

"Non vogliamo negri nè stranieri qui ma soltanto italiani". E' con questi cori che nella mattina di oggi alcuni residenti delle case popolari Ater di via Filottrano hanno respinto l'arrivo di una nuova famiglia assegnataria solo perché di origini marocchine. I residenti e il sindacato Asia USB prendono le distanze da quello che a tutti gli effetti appare un espisodio di "razzismo".

"San Basilio non è razzista e non lo è mai stato". E' questa la reazione più diffusa qui, tra le vie delle case popolari, tra residenti che nel quartiere vivono da decenni e che conoscono a menadito storie, sofferenze e soprusi. E' un'altra pagina, certo sgradevole, a raccontare quello che nel tempo sta diventando un vero e proprio "dramma" legato agli sgomberi e alle assegnazioni delle case popolari."Qui a San Basilio mandano via un poveraccio per far entrare un altro poveraccio - racconta un residente di via Filottrano - Non c'è razzismo nelle persone ma nella vivibilità perché la gente si indigna quando vede concedere ad altri cose che invece lei non ha, come la casa ad esempio". Una guerra tra poveri, dunque, che questa mattina è sfociata in un episodio di intolleranza nei confronti del "diverso". 

"Credo che per la sua storia San Basilio sia da sempre a  Roma il quartiere simbolo degli "ultimi" della società. Il fatto che gli immigrati siano considerati i "nuovi ultimi" e un "nemico" in questa nuova guerra tra poveri credo sia solo il riflesso dell'odio promosso da una certa politica che tende ad alimentare il malcontento distraendo le masse dai veri problemi" commenta Fabiana Sartini, residente del quartiere impegnata nella lotta al razzismo in diversi ambiti e cresciuta nell'occupazione di via Gigliotti. "Si dà la colpa all' "immigrato" di turno per qualsiasi cosa e questo è il risultato sulla gente comune, ma San Basilio nasce se vogliamo da "piccole migrazioni" di coloro che un tempo venivano a Roma dal resto d'Italia alla ricerca di un futuro migliore e non può essere razzista". Aggiunge - "La lotta per la casa che si combatte da decenni non conosce "nazionalità" ma solo "necessità" e i nostri nonni e genitori oggi non sarebbero d'accordo con quello che è successo. Quello dell'abitare è un diritto per tutti e i veri abitanti del quartiere orgogliosi di esserlo lo sanno. Speculare sulle occupazioni abusive è un'altra pagina di questo quartiere purtroppo ma è quello il vero problema da combattere, mascherato dalla facile scusa del razzismo - conclude - Problema che deve gestire la aumentando in primis il numero degli alloggi popolari e sorvegliando maggiormente sulla regolarità delle assegnazioni e le irregolarità".

"Oggi le classi più sfruttate sono spinte a essere razziste - commenta Federico Luigi Giglio, sindacato Asia Usb, residente in via Gigliotti - perché costrette ad assorbire la falsa ideologia propinata nei programmi televisi che inducono ad identificare un nemico e il nemico più facile da individuare è proprio lo straniero e il migrante, invece il nemico è da ricercare nelle scelte politiche legate alla privatizzazione". Continua: "Che dietro questa scelta ci sia il business delle occupazioni e' una falsità, c'è la malagestione degli enti - spiega ancora Giglio - quello che è successo oggi è un dato di fatto, è vero anche che negli ultimi tempi le case qui sono state assegnate a famiglie migranti, è evidente quindi la volontà di innescare una guerra tra poveri, le periferie sono spesso viste come una discarica sociale".

E stasera è in programma un sit in in via Filottrano.

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