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San Basilio San Basilio / Via del Casale di San Basilio

Cantieri infiniti su via Tiburtina: montano le proteste dei movimenti

Fascisti, sindacati e movimenti di sinistra chiedono la "fine" dei lavori

Per una volta tutti d’accordo: sindacati, estrema destra e movimenti di sinistra, sono loro i protagonisti della protesta silenziosa che in questi giorni sta invadendo la via Tiburtina dove i lavori di allargamento, ormai fermi, stanno mettendo in ginocchio cittadini e residenti. Oltre alle riunioni tra le varie associazioni di zona, i sindacati e gli abitanti dei diversi quartieri collocati a ridosso della strada consolare, sono comparsi anche alcuni striscioni, alcuni sui new jersey dei “cantieri infiniti”, altri sulle reti delle strade non ancora concluse. Il progetto di allargamento della via Tiburtina risale agli inizi degli anni 2000, in corso d’opera alcune varianti del progetto ne hanno rallentato la realizzazione, a questo sono andate ad aggiungersi le “controversie economiche” tra il Comune di Roma e la società Technis e ad oggi l’opera è incompiuta tra malcontento e disagi.

I sindacati: “Situazioni insostenibile”

“Ogni giorno i cittadini affrontano difficoltà enormi per recarsi al lavoro, per andare a scuola e all’università, per usufruire dei servizi, sanitari, sociali e amministrativi, svolgere una normale vita di relazione. Le aziende di quella che un tempo era definita la Tiburtina Valley, ora si stanno delocalizzando e, tra i problemi denunciati, una percentuale altissima individua nella mobilità le difficoltà che fanno aumentare costi e disservizi”, hanno commentato le sigle sindacali CGIL CISL UIL a margine di una riunione svolta nei giorni scorsi da cui è nata la necessità di chiedere un incontro alla presidente Della Casa e agli assessori capitolini competenti, quindi mobilità e lavori pubblici. 

La Carovana delle periferie: “Le istituzioni non si prendono una responsabilità seria”

La Carovana delle periferie e Il nodo territoriale Tiburtino hanno manifestato il loro dissenso in riferimento allo stato dei lavori attaccando striscioni su alcuni new jersey lungo via Tiburtina: “Finite sti lavori, liberiamo la Tiburtina”. I movimenti hanno spiegato: “I lavori sono fermi da anni, i lavoratori lamentano condizioni vergognose, le istituzioni locali e cittadine non si prendono una responsabilità seria sulla questione causando da anni imponenti disagi alla popolazione – hanno aggiunto - Chiediamo con forza che il Municipio ed il Comune si prendano le proprie responsabilità e rendano agibile questa fondamentale arteria della città, i cui abitanti sono già vessati da numerose problematiche legate alla casa, all'accesso al lavoro ed ai servizi, all'abbandono dei quartieri e degli spazi verdi”. 

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CasaPound: “Se non verrà riaperta la strada lo faremo noi”

I fascisti del terzo millennio sotto il simbolo della tartaruga frecciata hanno invece affisso uno striscione sulla rete di recinzione del cantiere di via del Casale San Basilio. Questa strada, nonostante sembri ultimata, manca di tre condizioni fondamentali per l’apertura: il completamento con l’asfalto di alcuni metri, l’illuminazione e il muro di paratia. I militanti di Casa Pound hanno però lanciato un ultimatum alle istituzioni: “La vostra incapacità blocca la città, riapriamo noi la via? È vergognoso l'immobilismo assunto dall'amministrazione competente, che da ormai nove mesi tengono sequestrati i cittadini del quartiere, costretti ad interminabili ore di traffico ed esasperati da un cantiere senza fine” ha spiegato Simone Iacobini, portavoce di San Basilio per Casa Pound. 

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