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Venerdì, 26 Aprile 2024
Casal Bruciato Casal Bruciato / Via Diego Angeli

Storie di disperata emergenza abitativa: "Ho occupato, ho sbagliato, ma non posso far dormire in auto i miei figli"

Ha vissuto in macchina per cinque mesi con i suoi bambini poi ha occupato una casa e si è autodenunciata. Ora il Comune la sfratta

“So di aver sbagliato ma non posso permettere che i miei figli tornino a vivere in una macchina”. A parlare è Samantha, una giovane mamma di 29 anni che dal marzo del 2016 ha occupato un appartamento in via Diego Angeli, nel quartiere Casal Bruciato e nei giorni scorsi è stata raggiunta un avviso di sfratto: nessuna data, solo la richiesta di lasciare immediatamente i locali. Samantha aspetta un bimbo, il quarto figlio, ha il volto stanco e provato da una vita di sacrifici. Nonostante tutto trova ancora la forza di sorridere all’altro figlio di appena sette anni che le si stringe al collo mentre lei ci racconta, con la voce rotta dalla commozione, la sua storia. 

“Vivevo nel quartiere Tiburtino III, poi ho perso il lavoro e sono stata sfrattata. Da novembre 2015 fino al marzo del 2016 ho vissuto in macchina, insieme ai miei figli perché ieri come ora non ho nessun altro posto dove andare”. E quando, un pomeriggio d’inverno accompagnando suo figlio a casa di un amichetto al civico 147 di via Diego Angeli, ha visto la porta aperta di quell’appartamento abbandonato da anni, le è sembrata l’unica occasione per avere di nuovo un tetto sulla testa. “Non ho esitato, ho occupato la casa e mi sono autodenunciata, così dopo qualche mese sono arrivate anche le prime bollette, ho sempre pagato tutto”.

Nei giorni scorsi la doccia fredda: il Dipartimento delle Politiche abitative ha inviato a Samantha e alla sua famiglia lo sfratto. “Un dicembre amaro per tutti noi, se dovessero venire a sfrattarci non so cosa potrei fare”. Ivan, suo marito le tiene la mano: “Siamo molto uniti, la soluzione non può essere una casa famiglia dove ci dividerebbero”. Lui è in graduatoria da 12 anni per la casa popolare e a fine mese gli scade il contratto di lavoro.  

Samantha e Ivan decidono di lanciare un appello e di farlo attraverso le pagine del nostro giornale: “Se abbiamo commesso degli errori lo abbiamo fatto per la disperazione, chiediamo un aiuto alle istituzioni perché possano aiutarci in un momento così difficile, non sappiamo dove andare, non possono abbandonarci”. 
 

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